Mercato immobiliare Canarie

Covid-19: un anno di mercato immobiliare

Sembra ieri che stava per scoppiare questo inferno mondiale, eppure è passato ormai un anno dalla comunicazione ufficiale dell’OMS in cui si dichiarava l’emergenza covid-19 “pandemia“.

Pochi giorni dopo scattava il lockdown in Spagna, dopo che la diffusione del virus aveva ormai interessato tutte le sue province. Ironia della sorte, il primo caso confermato fu proprio alle Isole Canarie.

Il lockdown presentò uno scenario inedito, sia da un punto di vista sociale che economico, al punto da porre l’intera popolazione mondiale di fronte a pesanti interrogativi proprio sul futuro dell’economia e della vita sociale in quella che – poco dopo – fu definita “nuova normalità“.

E venendo al mercato immobiliare, del quale qui ci occupiamo nello specifico, le teorie sulla sua evoluzione non hanno tardato a dilagare ad ogni livello, dagli esperti immobiliari più autorevoli a quelli un po’ meno autorevoli ma pur sempre presenti sui social a seminare panico per assicurarsi qualche like.

Anche noi, per poter offrire ai nostri clienti un outlook serio sui possibili scenari futuri, abbiamo iniziato ad analizzare la situazione del mercato cercando segnali oggettivi in grado di guidarci negli investimenti dei mesi a venire.

Il 26 marzo 2020 uscivamo con un articolo nel quale affermavamo che “non ci sono elementi che lascino pensare ad una inversione di tendenza” e che “Nonostante non ci siano ancora elementi per fare una previsione seria in questo momento lo scenario peggiore che mi sento di immaginare è un ritorno ai minimi di cinque o sei anni fa” (il 20% circa, ndr).

Nei mesi a venire siamo usciti con altri articoli, raccontando l’evoluzione del mercato e cercando di mantenere sempre l’attenzione sui fatti oggettivi. Questo approccio ci ha fatto andare spesso controcorrente rispetto al pensiero prevalente (quello di un pesante crollo) ma ci ha consentito di garantire una certa coerenza tra ciò che abbiamo raccontato ai nostri clienti e ciò che si è successivamente verificato nell’ambito del nostro mercato di riferimento.

Ed eccoci qui, a distanza di circa un anno, a tirare le prime somme.

Iniziamo da una visione generale sul mercato immobiliare spagnolo, paragonandolo a quello delle Isole Canarie.

L’Osservatorio Immobiliare di Canarie Consulting Investimenti raccoglie i dati su base trimestrale, dunque i dati completi per poter fare un paragone rispetto al primo trimestre 2020 saranno disponibili soltanto ad aprile 2021.

Utilizzeremo dunque l’indice IMIE di Tinsa del mese di gennaio 2021 (quello di febbraio sarà disponibile a giorni), che riporta quanto segue:

  • Variazione interannuale Spagna: +0,7%
  • Variazione interannuale Baleari e Canarie: +5,5%

Pur non essendo dati consolidati a febbraio 2021 ci danno un’idea sufficientemente precisa di ciò che è successo nell’ultimo anno o, per meglio dire, su ciò che non è successo: non si è infatti verificato, in linea con le nostre analisi durante l’intero periodo, alcun crollo.

Lo stesso lo si può affermare – con dati aggiornati a tutto febbraio 2021 – sul mercato immobiliare di Las Palmas de Gran Canaria.

I dati raccolti dall’Osservatorio Immobiliare di LPGC suggeriscono infatti quanto segue:

  • Variazione interannuale prezzi medi di compravendita: +0,32%
  • Variazione interannuale prezzi medi affitti: -1,21%

Conclusioni:

Il primo anno di “crisi sanitaria” non ha sostanzialmente interessato il mercato immobiliare, o almeno non nella forma in cui i più si sarebbero aspettati. Al di là del punto in più o in meno percentuale ha infatti dimostrato di voler tenere, nonostante i pessimi dati sull’economia in generale.

Le ragioni di questa tenuta sono a nostro avviso molteplici, come sempre avviene per qualsiasi mercato: da un lato l’offerta ha percepito questa situazione come transitoria, ritenendo dunque di non dover abbassare i prezzi in attesa di una ripresa nel breve-medio periodo. Va considerato che i mutui erogati nel periodo antecedente la pandemia erano circa un sesto rispetto a quelli che si erogavano quando scoppiò la crisi del 2007: questo minore indebitamento ha consentito ad una buona parte dell’offerta di rimandare la decisione di abbassare i prezzi per riuscire a vendere più in fretta.

Un altro fattore è sicuramente l’interesse degli investitori stranieri, sia nei confronti delle isole che dell’intera Spagna, che hanno trovato in questa inaspettata situazione un ulteriore motivo per assicurarsi un porto sicuro (soprattutto sotto il profilo sanitario) e dal clima favorevole in vista di futuri lockdown.

Questi e altri fattori non devono comunque giustificare euforie per le scelte future, che vanno comunque ponderate caso per caso in un contesto in cui comunque il mercato sta – secondo le nostre analisidando segni di volersi prendere una pausa dalla tendenza rialzista degli ultimi sette anni.

Che altro dire? Per ora soltanto: Keep Calm and Carry On!

Marco Sparicio
Responsabile Investimenti
Canarie Consulting

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