I costi di acquisto sono da sempre uno degli elementi più sottovalutati in un acquisto immobiliare.
È infatti un classico che – fatto 100 il proprio budget – l’entusiasta acquirente inizi a cercare immobili in vendita proprio a quel prezzo, dimenticando che ciò che dovrà sborsare all’atto dell’acquisto sarà in realtà da 107 a 110 (vale a dire dal 7% al 10% in più della sua effettiva disponibilità).
Arrivare economicamente preparati all’acquisto è fondamentale innanzitutto per non trasformare il sogno in un incubo, ma al lato pratico anche per non rischiare di compromettere l’esito di una richiesta di mutuo, per esempio, o di una piccola ristrutturazione, o anche solo di tutta quella serie di piccole spese aggiuntive che necessariamente un impegno di questo tipo in genere comporta.
Ecco dunque che diventa opportuno cercare di ripagarsi questi costi nell’ambito della trattativa, calibrando la propria offerta in maniera tale da assicurarsi la disponibilità della somma necessaria per coprire, oltre al costo dell’immobile, anche tutti i costi aggiuntivi che da questo acquisto inevitabilmente derivano.
Ma quali sono questi costi, nel dettaglio?
Le casistiche sono varie e vanno valutate sempre caso per caso, antecedentemente alla presentazione dell’offerta. A titolo di esempio, tuttavia, possiamo pensare al classico acquisto senza richiesta di mutuo di un immobile usato, acquistandolo da privato.
Le principali voci di costo sono le seguenti:
- Notaio: circa 0,5% del prezzo di compravendita;
- Registro della Proprietà: circa 0,4% del prezzo di compravendita;
- ITP (Imposta sulla trasmissione patrimoniale): circa 6,5% del prezzo di compravendita
Facendo l’esempio di un immobile del valore di 100.000 €, dunque, l’acquirente dovrà sborsare – alla luce di quanto sopra – circa 107.400 €.
Mediamente si può dunque calcolare un 7,5-8% ma con la richiesta di un mutuo i costi possono salire tranquillamente al 10%.
È inoltre utile tener sempre bene presente che quasi tutte le banche qui, a differenza di quelle italiane, applicano una commissione sul cheque bancario (il nostro assegno circolare) che si aggira intorno allo 0,5%. Ciò significa che, per un immobile del valore di 200.000 €, si possono vedere addebitati dalla banca sul proprio conto fino a 1.000 € di commissioni.
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Nella guida sono specificate più casistiche con i relativi costi, incluso l’acquisto del nuovo, di persone non residenti e altro ancora.
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